Le
navate della Basilica sono arricchite
da monumenti solenni e da dipinti e
sculture di grande valore.
Attraversato il portale, immediatamente
sulla sinistra ammiriamo la Cappella
del Crocifisso con il monumento funerario
del Senatore Simonetto Dandolo, grande
benefattore dei frati, e sotto l' urna
il dipinto di San Giovanni Evangelista
dell'artista veneziano Angelo Venturini
(XVIII secolo).
Il capolavoro della cappella è
però l'altare disegnato daBaldassarre
Longhena ed eseguito dal fiammingo Giusto
Le Court nel 1672.
Due colonne in marmo nero definiscono
lo spazio verticale dell'altare, la
cui parte centrale è occupata
da un crocifisso marmoreo circon- dato
da angeli. Si tratta di un'opera notevole,
poiché comunica ai fedeli una
profonda speranza nel Cristo Risorto
che sconfigge la tristezza e l'angoscia.
Dal 1436 la cappella fu officiata dalla
Scuola dei Fiorentini e su questo altare
era in origine collocata la statua lignea
di San Giovanni Battista del Donatello.
Alla base dei gradini merita attenzione
una acquasantiera di pregevole fattura
con una statuetta di bronzo dell'artista
veronese Girolamo Campagna.
Subito dopo la cappella ci troviamo
di fronte al monumento del più
grande scultore italiano del 18°
secolo:
Antonio
Canova.

Completamente diverso dal mausoleo
del Canova è il monumento funebre
del Doge Giovanni Pesaro, un enorme
complesso che inquadra l'intera porta
laterale d'entrata in basilica e rappresenta
un esempio classico del barocco veneziano.
Progetto e modello sono di Baldassarre
Longhena mentre le gigantesche statue
di marmo sono opera di Melchior Barthel
di Dresda.
Impressionante è la vista dei
quattro giganteschi mori in marmo policromo
su piedistalli ornati di festoni, rappresentati
nell'atto di sostenere l'intero monumento
sulle loro spalle. Guardateli attentamente
e ne sarete stupiti: sembrano vivi!
Tra le due coppie di mori sono stat
i collocati due scheletri in bronzo
di Bernardo Falcone, sostenenti drappi
di marmo bianco che presentano lunghe
iscrizioni scolpite a lettere d'oro
.
Il secondo ordine del complesso evidenzia
quattro colonne di marmo nero che sostengono
un'architrave recante lo stemma del
Doge Pesaro. La statua del Doge, seduto
in trono, è proprio al centro
sotto un ricco baldacchino di marmi
rossi che danno la impressione di un
drappo di broccato.
Ai lati,
tra le colonne si vedono le allegorie
della Religione e del Valore a sinistra
e di Concordia e Giustizia sulla destra,
mentre in primo piano sul cornicione
sono disposte altre sei figure allegoriche
minori: un genio, tre donne e due
mostri.
Caratteristiche le iscrizioni latine
a scopo celebrativo: "Visse 70
anni", " Morì nel
1659 " e " Qui venne a nuova
vita nell'anno 1669 ".
L' acquasantiera sulla destra del
monumento espone una bella statuetta
della Vergine Immacolata del , 17°
secolo portata dall'eremo di Monte
Rua sui Colli Euganei.
Entro un altare di purissime linee
rinascimentali, opera dei fratelli
Lombardo, risalta in tutto il suo
splendore la Madonna
di Ca' Pesaro, altro capolavoro
di Tiziano e una delle pietre miliari
della pitturaveneziana.