Il
nome di questa osteria contrasta decisamente
con la deliziosa ospitalità del titolare
e potrebbe derivare dal canale, che
prima di essere interrato alla fine
del '700 era utilizzato dai fumatori
di hashish, oppure dall'assassinio
di un vescovo della Serenissima commesso
da alcuni cospiratori non lontano
da qui.
Nel 1986 l'osteria è stata rinnovata,
conservando però la struttura caratteristica
del bàcaro veneziano, classico
posto in cui si può degustare un'ombra
di vino (1/8 di litro).
Nonostante il restauro, l'atmosfera
da vecchia taverna è garantita dalla
presenza di botti di legno e da mattoni
a vista. Il menù è molto interessante
e prevede piatti di carni bianche
il lunedì, stufati e brasati il martedì,
sòpa de fasioi, museto,
nerveti e tripe bogìe il
mercoledì, baccalà il giovedì,
pesce alla griglia il venerdì mentre
il sabato si è in totale balìa della
fantasia del cuoco! |