I monumenti
Tron e Foscari |
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Oltre
all'Assunzione, la Cappella
Maggiore ospita i monumenti
di due grandi uomini della
Serenissima, l' uno di fronte
all' altro sulla parete del
presbiterio come se fossero
stati posti a guardia del
prezioso capolavoro di Tiziano.
Certamente incarico così
nobile ed alto non poteva
essere affidato a uomini più
nobili ed illustri delDoge
Nicola Tron e del Doge Francesco
Foscari. |

Monumento al doge Tron |
Il Doge Nicola
Tron (1471-1473)
era un ricco mercante che
donò tutte le sue
ricchezze alla Repubblica
per sollevarla in un periodo
di crisi, meritando così
una gloria imperitura oltre
al dogato.
Vivido esempio di onestà
e senso civico, egli fu
il primo doge ad essere
rappresentato in piedi sul
suo monumento funerario,
mentre tutti i suoi predecessori
erano stati raffigurati
giacenti sul letto di morte.
Il suo monumento è
situato sulla parete sinistra
del presbiterio e per la
sua dimensione e struttura
può essere giustamente
considerato il più
grandioso lavoro di scultura
del Rinascimento veneziano.
Progettato ed eseguito dall'artista
veronese Antonio Rizzo,
il monumento si divide in
quattro ordini con la presenza
di 22 statue che ne alleggeriscono
la mole. Nel primo ordine
si vede la statua del doge,
in piedi tra le statue di
Carità e Fede. Nel
secondo ordine le statue
di due guerrieri reggono
lo scudo della famiglia
Tron; nel mezzo c' è
l' epigrafe con ai lati
due bassorilievi di squisita
fattura. Il terzo ordine
custodisce il sarcofago
del Doge Tron,abbellito
da tre statuette raffiguranti
Prudenza,Saggezza e Fortezza,
mentre ai lati estremi si
vedono le statue di Canto
ed Armonia. Le sette statue
allineate nel quarto ordine
simbolizzano altre virtù
ed allegorie. Il monumento
termina con un arco circolare
in stile rinascimentale
che spegne la verticalità
del complesso.
Nella lunetta dell' arco
il Cristo Risorto, ai lati
l' Annunciazione e sulla
sommità del monumento
il Padre Eterno .
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Francesco
Foscari ( 1423 - 1457
) fu uno dei più grandi
dogi della Serenissima e figura
leggendaria, immortalato da
scrittori e musicisti.
Durante il suo lungo dogato
portò i confini della
Repubblica fino al fiume Adda
e a Ravenna con l'aiuto dei
famosi generali Carmagnola,
Gattamelata and Colleoni.
Deposto ingiustamente dal Consiglio
dei Dieci, morì di crepacuore
il 30 ottobre 1457 udendo il
suono delle campane che annunciavano
il suo successore.
Il suo stemma è esposto
nella loggia Foscari del Palazzo
Ducale e nel Palazzo Foscari
( Ca' Foscari ), oggi sede dell'
Università. Le sue spoglie
mortali riposano in questo splendido
monumento, opera dell'artista
fiorentino Nicolò di
Giovanni, in cui lo splendore
del gotico fiorito si sposa
perfettamente con l'armonia
della Rinascenza.
L' urna in cui riposa il doge
è sostenuta da quattro
graziose mensoline ornate dalle
tre virtù teologali:
Fede, Speranza e Carità. |

Monumento al doge Foscari
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Ai lati si vedono San Marco
e San Antonio da Padova. Le
quattro virtù
cardinali, dopo aver guidato
il doge Foscari durante la
sua vita, ora lo
assistono sul letto di morte:Fortezza,
Giustizia, Prudenza e Temperanza.
Una profonda sensazione di
pace proviene dall' immagine
dei due guer-
rieri che aprono la cortina
del baldacchino, mentre il
Cristo Risorto
trae a sé l'anima del
doge, in figura di fanciullo.
In alto, sui due pilastri
che racchiudono il monumento,
è rappresentata l'Annunciazione.Vicino al monumento si può
ammirare un crocifisso dipinto
su legno del
13° secolo della Scuola
Umbra. La croce misura 3,27
per 2,36 metri
ed in passato è stata
a lungo venerata perché
considerata miracolosa.
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